L’irregolarità intestinale influisce sul benessere di tutto l’organismo, per cui è opportuno trattarla nella maniera adeguata. In particolare, la diarrea è un disturbo caratterizzato dall’emissione rapida di feci abbondanti e poco formate. I consigli e gli approfondimenti del dottor Mohammad Ayoubi, responsabile di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva dell’Ospedale Humanitas Gradenigo.
Ogni giorno, percorrono il tubo digerente circa 10 litri di liquidi (acqua, sali minerali, proteine). Di questi, la quasi totalità viene assorbita ai vari livelli del piccolo intestino e del colon durante il transito. In particolare, in un soggetto sano, con le feci vengono successivamente eliminati circa 100 millilitri di liquidi al giorno. «Qualsiasi causa che alteri la motilità intestinale o i meccanismi di assorbimento – chiarisce il dottor Mohammad Ayoubi, responsabile di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva dell’Ospedale Humanitas Gradenigo – può favorire la perdita di liquidi attraverso l’evacuazione e dare origine a diarrea».
Dottor Ayoubi, quali sono le caratteristiche di questo disturbo?
«La diarrea è un disturbo caratterizzato dall’emissione rapida di feci abbondanti liquide o semiliquide. Anche se il numero delle scariche giornaliere varia sensibilmente da persona a persona, per poter parlare di diarrea le evacuazioni devono essere più di tre nell’arco delle ventiquattro ore. Altri parametri importanti da considerare sono: la frequenza delle scariche, la consistenza e il volume delle feci».
Quali sono le cause?
«Le cause possono essere varie e più o meno gravi. La diarrea può essere causata da un virus, un batterio o un parassita; da stress (ad esempio colon irritabile); da variazioni climatiche; da infiammazioni della mucosa dell’intestino, come malattie infiammatorie croniche; da intolleranze alimentari come la celiachia o da malassorbimento causato da problemi al pancreas. Inoltre, alcuni farmaci possono alterare la flora intestinale e quindi causare diarrea, cosi come l’assunzione di determinati alimenti. La diarrea può infine essere associata ad alcune condizioni patologiche quali: patologie delle ghiandole endocrine (tiroide), malattie neoplastiche, esiti di alcuni interventi chirurgici».
Quali sono i sintomi?
«La diarrea si accompagna di frequente a un continuo stimolo di evacuare, anche in assenza di materiale fecale vero e proprio. Inoltre, spesso sono presenti anche gas all’interno dell’intestino, crampi e dolori addominali».
Quali sono le cure consigliate?
«Tenendo presente che la diarrea acuta è una risposta, ossia un atteggiamento di difesa dell’organismo che favorisce l’eliminazione di microrganismi nocivi e tossine, nella maggior parte dei casi è una condizione autolimitante che comporta un miglioramento e la guarigione in pochi giorni. È comunque sempre importante ripristinare l’apporto di liquidi e soluti assumendo acqua e sali minerali associati; evitare caffè, latte e alimenti con fibre che possono accelerare la motilità intestinale e peggiorare il meteorismo (ad esempio carciofi, broccoli, legumi, cibi speziati); preferire fette biscottate al posto del pane e prediligere determinati alimenti e bevande come tè nero con aggiunta di succo di limone e poco zucchero, riso bianco condito con parmigiano e un cucchiaio di olio extravergine di oliva, yogurt bianco naturale, carne e pesce magri, patate e carote al vapore. In questa fase, è possibile consultare il proprio medico o farmacista per valutare l’assunzione di alcuni prodotti che possono riequilibrare la flora intestinale come probiotici (fermenti), farmaci che riducono la motilità intestinale (ad esempio loperamide) o che hanno un effetto assorbente (diosmectite)».
Quali sono gli esami utili?
«Se la sintomatologia perdura per più giorni senza segni di miglioramento, è indicato un approfondimento clinico che analizzi l’anamnesi e la storia clinica del paziente (età, frequenza delle scariche, colore delle feci, presenza di muco o sangue e sintomi associati come febbre, vomito, inappetenza, calo ponderale). Gli esami consigliati sono: l’esame obiettivo addominale con esplorazione rettale; esame del sangue; esame delle feci ed esami strumentali come la colonscopia, la biopsia del colon ed eventualmente esami radiologici».