«Blocca l’azione del CGRP, la sostanza che aumenta nel sangue di chi ha in corso un’emicrania»,
spiega la dottoressa Nicoletta Rebaudengo, responsabile dell’ambulatorio Cefalee dell’ospedale. Viene somministrato una volta al mese con un’iniezione sottocute che nel 60 per cento dei casi favorisce una riduzione della metà dei giorni mensili di emicrania.
Un anticorpo monoclonale per sconfiggere l’emicrania. È quello disponibile presso l’ambulatorio Cefalee di Humanitas Gradenigo condotto dalla dottoressa Nicoletta Rebaudengo all’interno della Neurologia dell’ospedale, diretta dal dottor Pietro Pignatta.
«Si tratta di un anticorpo monoclonale anti recettore CGRP – spiega la dottoressa Rebaudengo -. Il CGRP è la sostanza che aumenta nel sangue di chi ha in corso un’emicrania ed è perciò il maggiore responsabile della fase dolorosa». L’anticorpo monoclonale blocca l’azione del CGRP e rappresenta un vero e proprio punto di svolta nella terapia dell’emicrania. «Non si tratta – prosegue la dottoressa Rebaudengo – di un farmaco da assumere quando insorge un forte attacco di mal di testa, bensì di una terapia di profilassi, tesa a ridurre frequenza, intensità e durata degli attacchi emicranici nel corso del tempo». In Humanitas Gradenigo è disponibile in regime privato e in abbinata con la visita neurologica.
La somministrazione dell’anticorpo monoclonale ha cadenza mensile («Per la precisione, avviene ogni 28 giorni», osserva la dottoressa) e si pratica attraverso un’iniezione sottocute per mezzo di una siringa pre-riempita e di facile utilizzo («Il paziente può serenamente autoiniettarsi il farmaco»). Il punto di forza di questo farmaco è rappresentato in primis dalla sua efficacia associata alla rapidità di azione e agli elevati livelli di sicurezza e tollerabilità: «La letteratura medico-scientifica ci dice che il 60 per cento dei pazienti mostra una riduzione media del 50 per cento dei giorni mensili di emicrania già dal mese successivo alla prima somministrazione», sottolinea la dottoressa Rebaudengo. Esiste tuttavia una percentuale di pazienti che non risponde al trattamento, con ogni probabilità perché il meccanismo che scatena il loro attacco emicranico è diverso dal quello sostenuto dal CGRP.
«Il “mal di testa” è un problema molto diffuso e poco conosciuto – conclude la dottoressa Nicoletta Rebaudengo -, ma in realtà l’emicrania è una sindrome neurologica complessa, multiforme, ricorrente e favorita da diversi fattori». Così diffusa da rappresentare la prima causa di disabilità al mondo nella fascia giovanile della popolazione, poiché agisce in modo negativo sull’attività quotidiana di chi ne soffre. In Italia riguarda l’11,6 per cento della popolazione (vale a dire quasi otto milioni di persone) e in modo particolare le donne, “in vantaggio” sugli uomini con un rapporto di tre a uno. Può essere episodica, se in un mese registra un numero compreso tra 4 e 14 giorni di emicrania al mese o cronica, quando i giorni diventano più di 15.
L’ambulatorio Cefalee di Humanitas Gradenigo è affiliato ad Anicerf (Associazione neurologica italiana per la ricerca sulle cefalee), associazione scientifica che con la sua certificazione riconosce il rispetto delle linee guida internazionali in termini di diagnosi e terapia.