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Dolore inguinale: ernia o pubalgia? Che cosa affligge lo sportivo?

Una sensazione di fastidio che diventa un vero e proprio dolore e interessa soprattutto chi si dedica con regolarità all’attività fisica. La localizzazione del sintomo è l’elemento in comune tra queste due condizioni, ma un’ecografia può dirimere il dubbio.

Una sensazione di fastidio che diventa un vero e proprio dolore: avviene nella regione inguinale e potrebbe far pensare, soprattutto a chi si dedica con regolarità all’attività fisica, a due disturbi: la pubalgia o l’ernia inguinale. La localizzazione del sintomo è l’elemento in comune tra queste due condizioni: si avverte fastidio o dolore alla base della parete addominale, nei pressi della circonferenza della coscia. Ma in che modo si può rafforzare il sospetto nell’uno o nell’altro senso prima di arrivare a una diagnosi precisa dallo specialista? Rispondiamo alla domanda con l’aiuto della dottoressa Maria Paola Bellomo, chirurgo generale di Humanitas Gradenigo.

La pubalgia

Agli sportivi e agli appassionati di sport, questa parola suona familiare: la pubalgia è una condizione piuttosto frequente che può costringere gli atleti all’interruzione dell’attività fisica. È una sindrome dolorosa che si può situare nella regione inguinale o del pube e può riconoscere diverse cause, che in generale coinvolgono la parete addominale inferiore, i muscoli adduttori della coscia e la sinfisi pubica, alla quale tali strutture sono ancorate. Con un’accortezza: il termine pubalgia si riferisce a un sintomo e non rappresenta di per sé una diagnosi. Le cause della pubalgia sono diverse e spesso si sovrappongono tra loro, rendendo la diagnosi (e quindi il trattamento) ancor più difficile. La pubalgia colpisce soprattutto atleti, sia a livello amatoriale che professionistico, in special modo calciatori e, in misura minore, giocatori di hockey, rugby e mezzofondisti

L’ernia

L’inguine è solo uno dei punti in cui può insorgere un’ernia, ovvero dove i visceri contenuti nell’addome possono fuoriuscire da un orifizio. E proprio come la pubalgia, anche l’ernia inguinale può essere associata all’attività fisica: gli sforzi fisici, infatti, possono agire da fattore scatenante.

La diagnosi

In presenza di dolore inguinale quali elementi dovrebbero aiutare l’individuo a propendere per la presenza di un’ernia e non di pubalgia? «Il dubbio si pone in primis in assenza di una tumefazione evidente, che in caso di ernia inguinale ha caratteristiche tipiche riscontrabili alla visita», risponde la dottoressa Bellomo. «In mancanza di tale reperto può trattarsi di una piccola ernia non visibile all’esame clinico oppure di pubalgia».

In alcuni casi, i sintomi della pubalgia inducono inoltre a un lavoro che coinvolge più specialisti: «Chirurgo, fisiatra e ortopedico operano in modo congiunto per una diagnosi che può risultare difficile – prosegue la dottoressa Bellomo -. Molto più raramente accade che tali sintomi nascondano problemi viscerali profondi, di natura urologica, ossea o su base ortopedica».

Qual è l’esame che, assieme alla valutazione clinica, può chiarire definitivamente la situazione? «L’esame utile per dirimere tra ernia inguinale e pubalgia è sicuramente l’ecografia. Tale esame ha il vantaggio di poter essere effettuato in condizioni dinamiche, cioè sotto sforzo, permettendo così di distinguere l’ernia vera (fuoriuscita di tessuto adiposo o di visceri attraverso l’orifizio inguinale) dalla “sport hernia” (semplice debolezza della parete a livello inguinale, che rappresenta una delle principali cause di pubalgia)», conclude la dottoressa Bellomo.