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Patologie spinali: il dottor Cofano premiato congresso NASS di Chicago

La ricerca capace di identificare con un apposito “score” la necessità di intervento chirurgico in caso di metastasi spinale ha meritato il riconoscimento della “North American Spine Society”: «Negli ultimi anni, gran parte della mia attività di ricerca è stata concentrata sullo sviluppo di tecniche più efficienti e meno invasive per la chirurgia oncologica», afferma il dottor Cofano.

Prestigioso riconoscimento per il dottor Fabio Cofano, neurochirurgo e chirurgo vertebrale di Humanitas Gradenigo e ricercatore universitario in Neurochirurgia per il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino, vincitore del Fellow Research Award 2022, premio riservato alla ricerca nella cura delle patologie spinali al recente congresso annuale della “North American Spine Society” che si è tenuto a Chicago.

«Ho iniziato a lavorare per questo studio durante il mio periodo di specializzazione in Chirurgia oncologica al “Memorial Sloan Kettering” di New York circa tre anni fa – spiega il dottor Cofano -. Lo studio ha portato alla creazione di uno “score” in grado di identificare prontamente, in caso di metastasi spinale, il paziente che ha bisogno di un intervento chirurgico». Questa identificazione: «È importante per evitare diagnosi mancate o tardive che, nella migliore delle ipotesi, possono causare un netto decadimento della qualità della vita e, nella peggiore delle ipotesi, possono portare a una drastica riduzione dell’aspettativa di vita», osserva il dottor Cofano. Che aggiunge: «Lo studio è stato concepito per essere immediato e applicabile anche da medici non specialisti della patologia».

Le metastasi spinali rappresentano una condizione molto comune nei malati oncologici. «Un tempo venivano considerate l’ultimo stadio di una patologia terminale – prosegue il dottore Cofano -, spesso oggi non è più così per merito del notevole miglioramento dell’aspettativa di vita dei malati oncologici e delle numerose terapie di ultima generazione disponibili». Questa patologia è oggi al centro di un vivo e prolifico dibattito scientifico che coinvolge chirurghi spinali, radioterapisti e oncologi: «Dal punto di vista chirurgico, sono numerosi i trattamenti, anche mininvasivi, che mirano soprattutto a far mantenere o a ripristinare al paziente un’adeguata qualità di vita».

Il “North American Spine Society” è il congresso di Chirurgia spinale più prestigioso al mondo e si tiene ogni anno negli Stati Uniti. Per esservi ammessi occorre inviare il proprio curriculum chirurgico e scientifico ed essere valutati: il dottor Cofano è diventato membro della NASS proprio quest’anno. «Ho inviato la mia ricerca che è stata ritenuta degna di essere presentata durante la sessione dedicata ai lavori internazionali e, successivamente, anche insignita del premio alla ricerca nella cura delle patologie spinali dedicata ai fellow», commenta con soddisfazione.

«Negli ultimi anni, gran parte della mia attività di ricerca è stata concentrata sullo sviluppo di tecniche più efficienti e meno invasive per la chirurgia oncologica – precisa -. Per sviluppare ulteriormente lo score sono già in corso nuovi studi che sto coordinando e che coinvolgono molti centri in Italia, a partire dall’ospedale Humanitas Gradenigo con l’équipe oncologica diretta dal dottor Lucio Buffoni».

«Sono molto contento e onorato di far parte di una grande squadra con il professor Diego Garbossa, direttore della Neurochirurgia universitaria dell’Università di Torino e con il dottor Marco Bozzaro, responsabile dell’équipe di Chirurgia vertebrale dell’ospedale Humanitas Gradenigo – conclude il dottor Fabio Cofano -. Il connubio tra la nostra équipe di Chirurgia vertebrale e l’Università di Torino rappresenta una grande occasione di crescita clinica e accademica. Stiamo lavorando duramente per consolidare su entrambi i fronti una realtà che è già all’avanguardia nel trattamento della patologia spinale e, all’Humanitas Gradenigo, con l’Oncologia diretta dal dottor Buffoni, condividiamo tutte le scelte relative ai pazienti oncologici in un costante confronto multidisciplinare».