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Nervo sciatico, come sfiammarlo e trovare sollievo

L’intervista al dottor Luigi Laudari, anestesista e responsabile del servizio di terapia antalgica su StarBene.

L’infiammazione del nervo sciatico è una condizione particolarmente invalidante, che determina una forte sofferenza nella parte bassa della schiena oppure a livello del gluteo, irradiandosi all’intera gamba fino al piede. «Si tratta di un problema molto frequente, con cui fanno i conti circa otto persone su dieci almeno una volta nella vita», commenta il dottor Luigi Laudari, anestesista e responsabile del servizio di terapia antalgica di Humanitas Gradenigo, Torino. «È importante non sottovalutarlo mai, perché in una piccola percentuale di pazienti quel sintomo può nascondere una patologia severa, come un conflitto vascolare oppure un tumore. Per questo motivo, di fronte a una sciatalgia, è sempre bene richiedere una valutazione medica, soprattutto quando non regredisce nell’arco di 10-15 giorni oppure si ripresenta più volte nell’arco di poco tempo».

Perché si infiamma il nervo sciatico

Nella maggior parte dei casi, la sciatalgia è una condizione benigna che deriva dal naturale processo di usura a cui vanno incontro i dischi intervertebrali con l’avanzare dell’età: «Se la osserviamo di profilo, possiamo notare che la nostra schiena non è dritta ma presenta tre curve fisiologiche, chiamate lordosi cervicale, cifosi dorsale e lordosi lombare, utili per mantenerla solida e resistente alle sollecitazioni», descrive il dottor Laudari. «In loro presenza, i dischi intervertebrali si trovano nella condizione ottimale: possiamo immaginarli come cuscinetti elastici interposti tra una vertebra e l’altra, che hanno la necessità di trovarsi tra due vertebre parallele per non sgusciare via come farebbe una saponetta bagnata tra le mani. Purtroppo, le nostre giornate sono scandite da gesti, azioni e sforzi che portano la schiena a flettersi continuamente, perdendo le sue curve naturali: accade quando ci laviamo, stiamo seduti, ci allacciamo le scarpe, solleviamo un peso e così via». Per colpa di movimenti sbagliati, carichi eccessivi, posture scorrette, traumi, ma anche per il fisiologico invecchiamento del rachide, i dischi intervertebrali possono fuoriuscire dal loro spazio naturale e invadere quello circostante, fino ad entrare in contatto con le vicine radici nervose (protrusione discale) o addirittura possono lesionarsi e rilasciare il materiale gelatinoso presente al loro interno, il cosiddetto nucleo polposo, che va a comprimere le terminazioni nervose (ernia del disco). «Sia in caso di protrusione che di ernia, può essere interessato il nervo più lungo del corpo umano, quello sciatico, determinando la classica sintomatologia dolorosa», racconta l’esperto.

Come calmare il dolore

Il rimedio di attacco è rappresentato dai tradizionali antinfiammatori da banco oppure dal cortisone, che vanno assunti per almeno 4-5 giorni. «Quando il problema persiste, significa che il conflitto alla base della sciatalgia è piuttosto importante, quindi serve un parere medico», raccomanda il dottor Laudari. «Accanto a ortopedici o chirurghi vertebrali, vengono sempre più apprezzati i terapisti del dolore, che sanno rispondere bene alle esigenze del paziente in fase acuta. Di fronte agli esiti degli esami strumentali, come radiografia o risonanza magnetica lombo-sacrale, va confermata la diagnosi di sciatalgia “benigna” e, a quel punto, si può optare per una terapia infiltrativa: nello spazio peridurale, dove avviene il conflitto che causa dolore, viene iniettata una miscela di cortisone e anestetico locale per svolgere una doppia attività, antinfiammatoria e analgesica, dall’effetto quasi immediato».

Movimento o riposo

Nella fase acuta, è consigliabile stare a riposo il più possibile per ridurre il carico sulla colonna vertebrale e disinfiammare il nervo sciatico: questo, però, non significa restare a letto per giorni, perché la muscolatura perde velocemente tonicità e il suo impoverimento rischia di peggiorare la situazione. Quindi, continuiamo a svolgere piccole attività casalinghe, ma evitando di sollevare pesi o piegare la schiena. «Inoltre, quando il dolore è molto forte, meglio evitare manipolazioni, massaggi o esercizi di ginnastica, che potrebbero “smuovere” qualche vertebra già problematica e peggiorare il fastidio», raccomanda il dottor Laudari. «Una volta tornati alla normalità, invece, l’esercizio fisico aiuta a prevenire le recidive: oltre a contrastare sovrappeso e obesità, riducendo di conseguenza il carico sulla colonna vertebrale, il movimento rafforza i muscoli paravertebrali e addominali, che sostengono la schiena ed evitano che i dischi intervertebrali vadano nuovamente a comprimere il nervo sciatico». Ma quale esercizio fisico è consigliato? Ginnastica posturale, attività in acqua, pilates e yoga.

I rimedi della nonna che funzionano

Per trovare sollievo, si può sfruttare l’azione del calore, che genera un maggiore afflusso di sangue ai tessuti (vasodilatazione) e, dunque, di ossigeno. «Sulla zona sofferente si può appoggiare una borsa dell’acqua calda oppure si possono applicare cerotti o creme riscaldanti, per esempio a base di arnica: questi semplici rimedi consentono di sciogliere la contrattura muscolare che deriva dal dolore avvertito», conclude il dottor Laudari. «Al contrario, il freddo regala un apparente sollievo, ma in realtà fa contrarre la muscolatura e quindi aumenta il dolore nelle ore successive». In fase di prevenzione, invece, può essere utile assumere un integratore alimentare a base di carnitina, una molecola che rende più toniche le radici nervose, le rende meno irritabili e favorisce un più rapido recupero dopo gli episodi acuti.

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