Molte persone hanno sperimentato disturbi dell’olfatto e del gusto, noti come anosmia e ageusia, durante la pandemia di COVID-19. Tuttavia, queste patologie erano già diffuse prima dell’emergenza sanitaria, ma erano sottovalutate e poco conosciute.
Alcuni studi condotti su una popolazione americana hanno dimostrato una diffusione in circa un 20% della popolazione generale, con un aumento significativo con l’avanzare dell’età.
Come si manifestano questi disturbi di gusto e olfatto?
Leggi l’intervista di Giornale Radio al dottor Luca Raimondo, responsabile dell’Otorinolaringoiatria di Humanitas Gradenigo.
Quali sono le cause della perdita di gusto e olfatto?
Per quanto riguarda la perdita del gusto, l’invecchiamento svolge un ruolo chiave. Con il passare degli anni, si verifica una depauperazione della lingua relativa al numero di papille gustative presenti su di essa. In aggiunta, patologie comuni, come il diabete, la malnutrizione, la sindrome della bocca secca e disturbi neurologici, insieme agli effetti di alcuni farmaci, possono contribuire significativamente alla riduzione della percezione del gusto.
Anche per l’olfatto, l’invecchiamento provoca la diminuzione della capacità dell’epitelio olfattorio di rinnovarsi. Questo processo è accentuato da un “effetto cumulativo” causato da diversi fattori ambientali, quali inquinamento, fumo di sigaretta e l’esposizione continuativa a virus e batteri. Nel corso degli anni, tale accumulo comporta una progressiva diminuzione dell’efficacia dell’epitelio olfattorio nella percezione degli odori.
Cosa fare in caso di perdita o calo di percezione dell’olfatto?
Quando ci si trova di fronte a una perdita o a un calo improvviso della percezione, è fondamentale agire con prontezza e attenzione. Situazioni di questo genere sono spesso associate a problemi post-virali, come il raffreddore o l’influenza, e richiedono un intervento durante la fase acuta della malattia. Nel caso in cui il recupero non si verifichi, è essenziale rivolgersi a Centri specializzati per una valutazione più approfondita.
Diversamente, i sintomi più subdoli legati a una perdita graduale dell’olfatto possono fungere da segnali precoci di problematiche più complesse. Questi non devono essere sottovalutati, poiché potrebbero rappresentare un’anticamera di patologie più gravi. In situazioni simili, non bisogna trascurare i sintomi e rivolgersi al più presto ad uno specialista.
Quali sono i trattamenti per la perdita dell’olfatto?
Il trattamento per la perdita di olfatto inizia con una visita otorinolaringoiatrica specialistica. L’otorinolaringoiatra svolge un ruolo chiave nella diagnosi, conducendo un’attenta analisi per identificare la causa sottostante del disturbo. È importante ricordare che circa il 30% delle perdite olfattive rimane idiopatico, ossia senza una spiegazione organica definitiva.
Una volta ottenuta una diagnosi, i trattamenti possono variare a seconda della causa specifica della perdita olfattiva. Nei casi di patologie post-virali, ad esempio, l’approccio farmacologico è spesso il più indicato. Questo mira a contenere l’infiammazione causata dal virus, limitando i danni alle strutture olfattive presenti nel naso.
Tuttavia, in condizioni come la poliposi nasale o la sinusite cronica, possono essere necessari interventi terapeutici più invasivi: come l’uso prolungato di antibiotici o corticosteroidi o l’intervento chirurgico.
Quali sono i trattamenti per la perdita del gusto?
Quando ci si trova di fronte a una perdita della capacità gustativa è importante adottare strategie mirate, specialmente se questo sintomo è associato a una patologia virale: limitare i danni causati dal virus diventa una priorità immediata.
Successivamente, è consigliabile valutare la presenza di deficit nutrizionali, come zinco, rame o ferro. In caso di carenze, l’integrazione nutrizionale può essere una risorsa preziosa per ripristinare il corretto equilibrio.
Numerosi integratori a base di neurotrofici, acido alfolipoico, vitamine e altri nutrienti possono offrire un supporto significativo. Questi approcci nutrizionali mirano a stimolare e preservare le funzioni gustative, contribuendo al recupero della capacità gustativa.
Perché l’olfatto è importante nella vita quotidiana?
L’olfatto gioca un ruolo significativo nella nostra quotidianità, dal momento in cui ci svegliamo fino al momento in cui andiamo a dormire. Al mattino, la nostra consapevolezza della necessità di igiene personale ci guida attraverso il rituale della doccia, percepire il proprio odore pulito è fonte di soddisfazione, mentre l’aria viziata dei mezzi pubblici ci disturba.
Gli odori possono anche innescare l’allarme, quindi l’olfatto si rivela cruciale anche per la sicurezza domestica e sul posto di lavoro, ad esempio rilevando l’odore di gas o di bruciato.
La perdita dell’olfatto influisce profondamente anche sul nostro rapporto con il cibo e le bevande, annullando l’esperienza edonistica dell’alimentazione.
Chemosegnali: gli odori possono esprimere le nostre emozioni?
In uno stato d’animo alterato, il nostro corpo emette odori diversi. A livello nasale, esiste un organo olfattorio accessorio noto come l’organo omero nasale, che rileva segnali odorosi emessi dal nostro corpo, tra cui feromoni e sostanze volatili che trasmettono emozioni riconoscibili.
Ricerche del 2000 hanno dimostrato che gli esseri umani possono riconoscere emozioni di altri individui attraverso odori corporei, come le secrezioni ascellari raccolte su un panno di cotone o le lacrime. I chemosegnali, quindi, giocano un ruolo fondamentale, anche nella scelta del partner e nel mantenimento delle relazioni attrattive: è stato dimostrato che ciascuno di noi cerca un partner che abbia un’impronta olfattiva la più diversa dalla sua; questo comportamento ha implicazioni evoluzionistiche e favorisce la mescolanza genetica e l’evoluzione.