Leggi l’intervista completa su GQ Italia al professor Fabio Lanfranco, responsabile di Endocrinologia, Andrologia e Metabolismo di Humanitas Gradenigo.
Tra i molti motivi per pensare alla fertilità maschile molto tempo prima di un’eventuale anelito di paternità ne troviamo principalmente due: primo, pochissimi italiani vanno dall’andrologo fin da giovani, come dovrebbero. E, secondo, se invertissero la tendenza, di quel 15% di coppie che al momento di procreare incontra difficoltà, la metà circa (dove il problema è dell’uomo) potrebbe ridursi di un quarto, o risolversi attraverso l’uso di terapie farmacologiche, ormonali o nutraceutiche, invece di aprire la strada della procreazione medica assistita.
La prevenzione maschile
Secondo la Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità e il Ministero della Salute, in Italia meno del 5% dei maschi sotto i vent’anni ha consultato un andrologo, rispetto al 40% delle coetanee che invece si sono rivolte a un ginecologo. Questo causa diagnosi tardive di patologie, più difficili dunque da trattare.
Come quella del varicocele, reflusso di sangue dalla vena renale al testicolo che riguarda circa 1/3 degli uomini, tra le cause più diffuse di infertilità maschile insieme alle infezioni, all’esposizione a inquinanti ambientali e al fumo di sigaretta. Tra i rischi non rientrano i traumi comuni come le pallonate, nonostante il dolore pazzesco.
Mentre esistono abitudini di vita che sul lungo periodo possono davvero fare la differenza.
Le 10 regole della fertilità maschile
- Rivolgersi ad uno specialista. Bbisognerebbe cominciare a occuparsi della propria salute andrologica a partire dai 18 anni per scongiurare problemi come il varicocele o un’asimmetria nelle dimensioni dei testicoli che potrebbe dare origine a problemi di fertilità. Anche se va tutto bene, una visita di controllo dall’andrologo andrebbe programmata ogni 2-3 anni.
- Praticare regolarmente l’autopalpazione dei testicoli. Del tumore testicolare si parla poco, ma anche se ha un’incidenza bassa – 1.000-1.500 nuovi casi ogni anno in Italia – è il più frequente nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 30-35 anni. Una corretta autopalpazione mensile secondo le indicazioni dello specialista, magari sotto la doccia, rappresenta un’ottima prevenzione.
- Evitare fumo e droghe. Oltre ai ben noti problemi alla salute, queste sostanze rappresentano una minaccia diretta alla fertilità, sia maschile sia femminile.
- Ridurre gli alcolici. Agiscono direttamente sulla funzione del testicolo, riducendo la produzione di testosterone e di spermatozoi.
- Mangiare sano. Andrebbero evitati sovrappeso e l’obesità, perché causano un calo del testosterone e un’alterazione degli ormoni che regolano la fertilità maschile.
- Usare il preservativo. Le infezioni sessualmente trasmissibili sono tra le cause diffuse di infertilità.
- Curare l’igiene. Per evitare infezioni, è necessario lavarsi i genitali almeno una volta al giorno – scoprendo il prepuzio – con saponi neutri. Vanno bene sia quelli specifici per le zone genitali che il classico di Marsiglia.
- Stare sereni. Gli ormoni dello stress come l’adrenalina e il cortisolo riducono la produzione di quelli che regolano la produzione di spermatozoi. E anche il livello di testosterone.
- Indossare abiti comodi. I testicoli si trovano all’esterno corpo perché devono avere una temperatura inferiore di almeno un grado, ottimale alla produzione di spermatozoi. Ecco perché in quest’area vanno evitati gli indumenti troppo stretti, che innalzano la temperatura locale. Nel caso dell’intimo, preferibilmente in cotone, andrebbero previlegiati i modelli che garantiscano un certo sostegno (meglio gli slip dei boxer, per esempio). Soprattutto in caso di varicocele, perché l’eccessiva ‘libertà di movimento’ fa male alla dilatazione venosa.
- Non tenere lo smartphone in tasca. Ancora non è dimostrato ufficialmente e definitivamente che le radiazioni elettromagnetiche del cellulare possono essere nocive per la fertilità, ma poiché non è stato nemmeno dimostrato il contrario – cioè che siano del tutto innocue: meglio evitare di tenerlo nella tasca anteriore dei pantaloni. Preferendo quella posteriore o, meglio ancora, della giacca.