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Vitiligine: cos’è, quali sono le cause e i trattamenti

La vitiligine è una patologia dermatologica caratterizzata dalla carenza localizzata di melanina, che provoca la comparsa di macchie chiarissime sulla pelle e che può manifestarsi già in età pediatrica o dopo i 20 anni.

Scopriamo cos’è cause e fattori di rischio e trattamenti con la dottoressa Viviana Schiavone, specialista in Dermatologia di Humanitas Gradenigo, intervistata sul tema dal periodico Intimità.

Che cos’è la vitiligine?

La vitiligine si manifesta con la formazione di macchie cutanee ipocromiche o acromiche: le prime indicano aree della pelle carenti di melanina, mentre le seconde sono completamente prive del pigmento che conferisce il colore naturale alla pelle e possono comparire in qualsiasi parte del corpo. La carenza (ipopigmentazione) o la totale assenza (depigmentazione) di melanina si presenta con macchie bianche, dette leucodermia, di dimensioni variabili, ben demarcate e spesso simmetriche.

Esistono principalmente due tipi di vitiligine: la vitiligine non segmentale o bilaterale, ovvero la forma più comune di questa patologia che presenta macchie distribuite simmetricamente su entrambe le metà del corpo, e la vitiligine segmentale che si manifesta con macchie bianche solo su una metà del corpo.

Cause e fattori di rischio

Nonostante tutte le cause della comparsa della vitiligine non siano ancora note, si ritiene che sia prevalentemente una malattia autoimmune. Il sistema immunitario infatti attacca i melanociti, le cellule responsabili della produzione di melanina, conferendo alle macchie il tipico colore bianco. Inoltre, esiste una predisposizione familiare alla patologia, che può essere scatenata da stress intenso, disfunzioni tiroidee (come la tiroidite di Hashimoto e il morbo di Graves), diabete, anemia perniciosa e gastrite atrofica.

La diagnosi della vitiligine richiede una visita dermatologica, durante la quale viene utilizzata una specifica apparecchiatura a luce blu, nota come lampada di Wood, necessaria per distinguere la vitiligine da altre condizioni cutanee. Inoltre, è importante affidarsi a un team di specialisti per identificare eventuali malattie secondarie, che se curate potrebbero alleviare i sintomi della vitiligine.

Nonostante non provochi disturbi fisici e non sia contagiosa, la sua diffusione può causare disagio psicologico.

Trattamenti, cura e nuove proposte

L’esposizione al sole, se la pelle è adeguatamente protetta con una crema solare ad alta protezione (SPF 50+), in alcuni casi può essere benefica.

Se la malattia è in fase quiescente, i raggi UV potrebbero aiutare la ripigmentazione della pelle, al contrario, se è in fase infiammatoria questi potrebbero aumentarne l’aggressività, pertanto, è sempre consigliabile consultare un dermatologo prima di esporsi al sole.

Il trattamento della vitiligine varia in base al paziente e al tipo di vitiligine. Le opzioni terapeutiche includono farmaci corticosteroidi topici che vengono utilizzati per ridurre l’infiammazione e favorire la ripigmentazione della pelle, inibitori della calcineurina e analoghi della vitamina D per stabilizzare la malattia e promuovere la rigenerazione del pigmento, la fototerapia, trattamento con luce ultravioletta per stimolare la produzione di melanina, immunosoppressori e in casi selezionati è possibile effettuare un trapianto di melanociti.

Una novità significativa per il trattamento della vitiligine è una crema specificamente studiata per questa patologia contenente il ruxolitinib che ha recentemente ricevuto il via libera in Europa e in Italia. Gli studi condotti negli Stati Uniti, dove è già in uso, indicano che il trattamento può favorire la ripigmentazione nel 50% dei casi.

La crema è indicata per pazienti con vitiligine non segmentale che non coinvolge il viso ed è prescrivibile a partire dai 12 anni di età, tuttavia il suo utilizzo è controindicato in gravidanza.