Si parla di svenimento di fronte a una temporanea perdita di coscienza dovuta a una riduzione del flusso di sangue al cervello. Si tratta di un episodio di brevissima durata, che si associa a perdita del tono muscolare e del colorito.
In genere, si sviene in seguito a stress emotivo, paura, dolore molto intenso, assunzione di alcuni farmaci, droghe o alcol, iperventilazione, ipoglicemia o improvvisi cali di pressione, convulsioni. Prima di svenire è possibile avvertire debolezza, nausea e problemi di vista e udito.
Quali patologie possono essere associate allo svenimento?
Alcune delle patologie più comunemente associate a questa condizione sono:
- Anafilassi
- Artrosi cervicale
- Cefalea
- Diabete
- Embolia
- Embolia polmonare
- Ictus
- Infarto miocardico
- Intossicazione da monossido di carbonio
- Ipertrofia ventricolare
Si ricorda che questo non è un elenco esaustivo e che sarebbe sempre meglio consultare il proprio medico di fiducia in caso di persistenza dei sintomi.
Come si cura lo svenimento?
Anche se lo svenimento si risolve in pochi minuti, è bene poi consultare il proprio medico. È consigliabile invece chiamare i soccorsi se:
- Il paziente non si riprende dopo qualche minuto.
- Se chi è svenuto è vittima di una caduta.
- Se a svenire è una donna incinta o con più di cinquant’anni.
- Se il paziente è diabetico.
- Se prima di svenire il paziente ha riferito un dolore, una pressione o un fastidio al petto.
- In presenza di battito cardiaco irregolare o di convulsioni.
Per soccorrere una persona svenuta, è bene dapprima controllare che abbia le vie respiratorie libere ed eventualmente contattare un’ambulanza. Procedere poi ad allentare gli indumenti intorno al collo, sollevare i piedi al di sopra del livello del cuore e, nel caso in cui abbia vomitato, girarla su un lato per evitare che posa soffocare.
In seguito a svenimento, è consigliabile rimanere sdraiati almeno per 10-15 minuti, preferibilmente in un ambiente fresco e tranquillo. In alternativa, mettersi seduti con la testa fra le ginocchia.