L’espressione rigidità articolare designa la limitazione o l’impossibilità a muovere una o più articolazioni.
Questa condizione può essere continua, presentarsi in occasione di determinate attività o manifestarsi solo in alcuni momenti della giornata. Alla rigidità possono associarsi altri sintomi quali dolore, infiammazione, crampi e indolenzimento.
Quali malattie possono essere associate alla rigidità articolare?
Alcune delle patologie più comunemente associate a questa condizione sono:
- Acromegalia
- Artrite settica
- Artrite reumatoide
- Artrosi
- Ascesso
- Borsite
- Epatite
- Influenza
- Leucemia
- Lupus eritematoso sistemico
- Malattia di Lyme
- Mononucleosi
- Orecchioni
- Osteomielite
- Psoriasi
- Rosolia
- Sclerodermia
- Sindrome di Reiter
- Spondilite
- Tendinite
- Tenosinovite
- Tumore alle ossa
- Tripanosomiasi africana
Si ricorda che questo non è un elenco esaustivo e che sarebbe sempre meglio consultare il proprio medico in caso di persistenza dei sintomi.
Come si cura la rigidità articolare?
Se la rigidità persiste e non tende a migliorare oppure continua a ripresentarsi, è fondamentale rivolgersi al medico. In presenza di protrusione di un osso dalla pelle, intensa emorragia, febbre (senza che vi siano altri sintomi influenzali), paralisi o impossibilità a muovere una parte del corpo, è bene recarsi in pronto soccorso.
La rigidità articolare non va sottovalutata e per intervenire è necessario individuare le cause alla sua origine, mediante un attento percorso di diagnosi.
A seconda delle condizioni i rimedi potrebbero essere di tipo fisico o farmacologico, ma anche riguardare lo stile di vita, per esempio in caso di sovrappeso.