L’ascolto, il dialogo, l’accoglienza dell’altro rappresentano il punto cardine intorno al quale ruota l’approccio diagnostico-terapeutico del malato oncologico, un paziente spesso impaurito, bisognoso di attenzioni e comprensione. In questi casi la relazione profonda tra medico e paziente rappresenta una prima forma di cura.
Un numero sempre maggiore di pazienti chiede di diventare parte attiva del trattamento, di non essere un semplice spettatore. Studi scientifici confermano quanto lo stile di vita (alimentazione, adeguata attività fisica, pratiche di rilassamento…) possa rappresentare uno strumento preziosissimo per coadiuvare le terapie, ridurre gli effetti collaterali ad esse correlate e migliorare prognosi e qualità della vita di chi si trova ad affrontare questo tipo di percorso.
La comunità scientifica internazionale sta studiando strategie terapeutiche cosiddette “non convenzionali” con risultati che supportano gli specialisti nella prescrizione di strategie di trattamento non farmacologiche da affiancare alla terapia oncologica standard:
- i percorsi di mindfulness, pratica che ha dimostrato di ridurre nelle donne affette da tumore mammario lo stress percepito, i sintomi depressivi, l’espressione genica pro-infiammatoria, l’affaticamento (cosidetta Fatigue), i disturbi vasomotori (caldane) e del sonno;
- la corretta attività fisica (prescritta da specialisti del settore ed appresa nel corso di sedute dedicate), capace di impattare favorevolmente sull’infiammazione, sulla resistenza insulinica, sul mantenimento della massa muscolare (fondamentale nei pazienti oncologici), su ansia e depressione, sul quadro cognitivo di chi si avvicina o è già entrato nella terza età e molto altro;
- l’alimentazione adeguata, prescritta al di là della necessità di perdere o prendere peso, perché esiste un piano alimentare specifico per ogni situazione specifica, che deve essere stilato a prescindere dal peso del paziente, per educarlo.
- l’agopuntura: pratica in uso da oltre 3000 anni che sfrutta la stimolazione di alcuni punti particolari del corpo per coadiuvare la gestione di sintomatologia di vario genere. L’OMS, basandosi su studi scientifici, ha stilato un elenco di patologie che possono giovarsi di questo strumento di cura e, tra queste, vengono inclusi i tumori. Nei pazienti oncologici infatti l’agopuntura può ridurre gli effetti collaterali delle terapie e i sintomi della malattia migliorando la qualità della vita. In particolare gli studi a supporto dell’utilizzo di tale pratica, in associazione alle terapie standard, dimostrano che in Oncologia essa è indicata per ridurre dolore, nausea e vomito indotti da chemio-radioterapia, la fatigue (stanchezza post chemioterapia), le neuropatie da farmaco, i disturbi del tono dell’umore e del sonno e i disturbi cosiddetti vasomotori (le vampate di calore) che derivano dai trattamenti ormonali.
L’Oncologia integrata si occupa di: curare la persona malata di tumore con le terapie cosiddette convenzionali (chemioterapia, immunoterapia, radioterapia, chirurgia…) associate a tutte le strategie cardine della Medicina d’Insieme (alimentazione, attività fisica, prodotti naturali, agopuntura…) con lo scopo di migliorare l’evoluzione della malattia, ridurre gli effetti collaterali dei trattamenti, migliorare la qualità della vita, ridurre il rischio di recidiva.