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Ernie crurali


Che cosa sono le ernie crurali?

Si parla di ernia crurale (o femorale) in presenza di una protrusione del sacco peritoneale attraverso la guaina femorale con conseguente fuoriuscita totale o parziale di un viscere addominale.

Le ernie femorali sono meno comuni di quelle inguinali e rappresentano circa il 2-4% di tutte le riparazioni erniarie. Interessano soprattutto le donne, con un rapporto di 4 a 1 rispetto agli uomini.

L’ernia femorale più comune penetra nel canale femorale, posto nella guaina mediale ai vasi femorali che dall’addome vanno verso la coscia.

Quali sono le cause delle ernie crurali?

Le cause dell’ernia femorale non sono ben definite. La prevalenza nelle donne over 50 e la disparità nell’incidenza che si registra tra donne che hanno partorito e quelle che non hanno avuto figli fa supporre che la pressione intra-addominale e lo stiramento del tessuto aponeurotico dovuto alla gravidanza possano giocare un ruolo significativo.

Tra gli altri fattori che concorrono all’aumento della pressione intra-addominale: tosse cronica, stitichezza ed eccessivi sforzi fisici prolungati.

Quali sono i sintomi delle ernie crurali?

Le ernie crurali si presentano in genere con una tumefazione dolorosa posta sotto al legamento inguinale, nella parte alta della coscia. In alcuni casi la presenza dell’ernia può non essere dolente.

Come si effettua la diagnosi?

L’esecuzione di un’ecografia consente di porre una diagnosi differenziale con una patologia linfonodale.

Trattamento 

Nel 35-40% dei casi, l’ernia femorale si presenta come un’emergenza, per il rischio di strangolamento del contenuto. In questi casi è necessaria una resezione intestinale in circa 1 paziente su 5.

L’intervento chirurgico è consigliato sia per l’alta incidenza di strangolamento di queste ernie (che nelle donne anziane può implicare una possibile complicanza e un aumento della mortalità) sia perché non è possibile una terapia conservativa.

La riparazione dell’ernia crurale segue gli stessi criteri di quella inguinale, con l’isolamento e la riduzione del sacco erniato, la riparazione del difetto della fascia e il rinforzo della riparazione stessa anche mediante materiali protesici.

L’intervento può essere eseguito con approccio classico con un piccolo taglio in regione inguinale o crurale, e con approccio laparoscopico mininvasivo.

L’intervento tradizionale può essere eseguito in Day Hospital, con un’anestesia locale o locoregionale, mentre l’approccio laparoscopico mininvasivo necessita spesso che il paziente sia in anestesia generale (anche se in alcuni casi è sufficiente l’anestesia locoregionale) e in regime di One Day Hospital.