Le adenoidi non sono necessariamente da asportare nei pazienti più piccoli: l’intervento è raccomandato quando il bambino soffre di adenoiditi o di sintomi da ostruzione nasale.
Ne parliamo con la dott.ssa Erica Provenzano, Specialista in Otorinolaringoiatria di Humanitas Gradenigo e Humanitas Medical Care Principe Oddone.
Quali sono le cause e i sintomi di infezione delle adenoidi?
Le adenoidi sono strutture linfatiche che si trovano nel rinofaringe (ovvero al fondo del naso), proprio come le tonsille palatine, e fanno parte del sistema immunitario; hanno quindi il compito, in età pediatrica, di riconoscere e memorizzare virus e batteri che entrano dal naso e produrre anticorpi specifici. Hanno il loro massimo sviluppo dai 3 ai 7 anni, verso i 12 anni tendono ad atrofizzarsi, fino a scomparire in età adulta.
Spesso sono sede di processi infiammatori acuti (ovvero adenoiditi), ma in conseguenza di episodi ricorrenti vanno incontro ad aumento di volume (si parla infatti di ipertrofia adenoidea o più correttamente di adenoidite cronica ipertrofica), che causano un ventaglio di svariati sintomi ostruttivi che portano i genitori a portare i figli alla visita otorinolaringoiatrica.
Le adenoiditi acute possono svilupparsi a seguito di una rinite virale (raffreddore) o di un’infezione batterica; i sintomi sono ostruzione nasale, rinorrea (mucosa o purulenta), respirazione prevalentemente orale, dolore e ovattamento delle orecchie, otiti medie, ipoacusia, fino a tosse e coinvolgimento bronchiale.
In seguito a ricorrenti infezioni le adenoidi si ipertrofizzano arrivando a occupare tutto il cavo rinofaringeo: questa situazione cronicizzata può portare alla sindrome da apnee ostruttive del sonno (OSAS), condizione variamente impattante sulla vita del bambino e dei genitori in quanto comporta roncopatia (russamento notturno), apnee, conseguente stanchezza diurna, difficoltà di concentrazione del bimbo a scuola e nelle attività giornaliere, possibile ritardo nella crescita e debolezza generale o iperattività e nervosismo.
Quando è il caso di asportare le adenoidi?
È consigliabile rivolgersi allo specialista otorinolaringoiatra per valutare innanzitutto le terapie che permettano al bambino di mantenere il più possibile le adenoidi sane: in primis i lavaggi nasali e gli spray cortisonici che permettono rispettivamente di tenere pulite le fosse nasali e disinfiammare il tessuto rinofaringeo ipertrofico; se necessario, in caso di muco denso o otiti si ricorre a terapie antibiotiche e/o cortisoniche per via orale.
È inoltre possibile completare l’indagine diagnostica con un esame di approfondimento chiamato polisonnografia (o monitoraggio cardiorespiratorio) che fornisce dei valori indispensabili per valutare la presenza di apnee notturne (OSAS).
L’andamento clinico, l’esame obiettivo (eventualmente con fibroscopia), la risposta alle terapie mediche e il risultato della polisonnografia permetteranno di capire se sottoporre il bambino ad adenoidectomia in associazione o meno alla tonsillectomia (ovvero l’asportazione delle tonsille).
Come si effettua l’asportazione delle adenoidi?
L’intervento di asportazione delle adenoidi si effettua in anestesia generale, introducendo dal cavo orale strumenti chiamati adenotomi, che “raschiano” la parete posteriore del rinofaringe per asportare tutto il tessuto ipertrofico presente. Dopo l’intervento e per qualche giorno, si consiglia riposo da attività fisica e sforzi fisici per circa una settimana e di seguire una dieta fresca. È importante ricordare che l’asportazione delle adenoidi non ha alcuna conseguenza sulla capacità di difesa del sistema immunitario del futuro adulto.