La cisti perineale rappresenta un grande ostacolo per molti ciclisti e praticanti di altri sport come l’equitazione. Questo disturbo, che può derivare da un’infiammazione della zona perineale, richiede una diagnosi precoce per evitare complicazioni che potrebbero rendere impossibile continuare a pedalare.
Leggi l’intervista completa al dottor Andrea Borasi, specialista in Chirurgia Generale in Humanitas Gradenigo.
Cos’è la cisti perineale?
La cisti perineale è una formazione che si sviluppa nell’area del perineo e può crescere notevolmente, variando da piccole dimensioni 1-2 centimetri fino a 10-12 centimetri. Queste variazioni nella grandezza possono influenzare il tipo di trattamento necessario. La cisti, se infettata, può inoltre presentare del pus, causare dolore e occupare spazi anatomici nella regione perineale.
Perché la cisti perineale è comune tra i ciclisti?
I ciclisti sono particolarmente soggetti a questo problema a causa dello sfregamento costante e delle sollecitazioni continue sul perineo. L’attrito continuo e le sollecitazioni possono favorire le infiammazioni, questo fenomeno è osservabile anche in sport come l’equitazione, dove si verifica un’analoga sollecitazione dell’area a contatto con la sella.
Tuttavia, non tutti i ciclisti sviluppano una cisti perineale, e la gravità varia da individuo a individuo. La diagnosi precoce è cruciale per affrontare il problema in modo efficace e senza complicazioni.
Come intervenire e quali sono i tempi di recupero?
Il trattamento della cisti perineale e i suoi tempi di recupero variano in base alla gravità e alla dimensione della cisti. Si consiglia di rivolgersi a uno specialista alla prima sensazione di bruciore o quando ci si accorge di avere una ‘pallina’ nella zona del perineo. Inoltre, è consigliabile effettuare un’ecografia per evidenziare la presenza di infiammazioni e curarle in tempo con il duplice vantaggio di prevenire complicazioni e velocizzare i tempi di recupero.
Nel caso di presenza di una piccola cisti non infettiva in un ciclista amatoriale si potrebbe optare per un approccio conservativo, monitorandola finché non diventa necessario l’intervento. Al contrario, un ciclista professionista potrebbe prendere in considerazione l’idea di operarsi subito per evitare che la cisti possa crescere troppo e determini un possibile fermo di una o due settimane.
I tempi di recupero dipendono anche dalla grandezza della cisti: per questo intervenendo tempestivamente è possibile accorciarli, infatti le cisti più grandi (10-12 centimetri), possono richiedere un recupero che può arrivare fino a un mese.