L’intervento del professor Alberto Mantovani, Direttore scientifico dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas e docente di Humanitas University, sul virus proveniente dalla Cina: «La più grande arma per combattere questa nuova minaccia è costituita dalle misure di contenimento del virus, dalla condivisione e trasparenza dei dati e dalla Ricerca scientifica».
«La più grande arma per combattere questa nuova minaccia è costituita dalle misure di contenimento del virus, dalla condivisione e trasparenza dei dati e dalla Ricerca scientifica. Il nostro Paese, grazie alla qualità della ricerca e dell’assistenza sanitaria, può giocare un ruolo importante». Sono le parole utilizzate dal professor Alberto Mantovani, Direttore scientifico dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas e docente di Humanitas University, a proposito del Coronavirus e dell’allarme planetario a esso collegato.
In un articolo pubblicato sulla prima pagina del “Corriere della Sera” di mercoledì 29 gennaio, il professor Mantovani parla di «un virus subdolo, che sta in incubazione fino a 14 giorni prima di manifestarsi, il che rende più difficile individuarlo tempestivamente. Ma, anche un virus che fortunatamente ha una mortalità non altissima: circa il 3 per cento dei casi». E ricorda come nel nuovo millennio è la terza volta che un virus animale della classe dei coronavirus fa il cosiddetto salto di specie infettando l’uomo: «Un grande merito va alla Cina e ai suoi scienziati – aggiunge il professor Mantovani -: in tempi estremamente rapidi hanno isolato il virus, sequenziato il suo genoma e identificato il recettore attraverso cui interagisce con l’epitelio profondo del polmone causando la polmonite». Tutto ciò ha consentito di risalire alla sua origine: «Non si tratta affatto di un virus nato in un Centro di Ricerca. È molto simile al Coronavirus del pipistrello, dunque è verosimile che siano stati questi animali a trasmetterlo all’uomo». Con la complicità di un ospite intermedio, con tutta probabilità localizzato nel mercato del pesce.
«La rapida identificazione del virus è una base importante da cui partire per mettere a punto tecniche diagnostiche molecolari per la diagnosi, tecniche sierologiche basate su anticorpi per valutarne la diffusione e identificare eventuali portatori sani. Soprattutto, questi studi pongono le basi per lo sviluppo di terapie antivirali e vaccini», ha proseguito il professor Mantovani. Che ha infine aggiunto: «Ricerca e vaccini sono le armi più potenti che abbiamo contro microbi vecchi e nuovi, l’immunologia sta svolgendo un ruolo molto importante nel progresso della Scienza e nel miglioramento della salute globale. Il mondo microbico cambia in continuazione e questo, inevitabilmente, esporrà l’umanità a nuove minacce. Perciò i vaccini, oltre che un diritto per tutti i bambini del mondo, rappresentano una cintura di sicurezza per l’umanità, come ho recentemente scritto insieme ad Angela Santoni e Rino Rappuoli». Perché, come emerge con forza in questi giorni dal coronavirus: «In un mondo sempre più globale, patogeni nuovi o già noti attraversano frontiere e continenti con una velocità impressionante».