Ogni anno, circa 10 milioni di persone in viaggio vengono colpite dalla diarrea del viaggiatore, specie in alcuni paesi del mondo. In genere di breve durata, è però opportuno trattarla in modo adeguato.
Ne parliamo con il dottor Mohammad Ayoubi, responsabile di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva dell’ospedale Humanitas Gradenigo.
Come si riconosce la diarrea del viaggiatore?
La diarrea è un disturbo caratterizzato dall’emissione rapida di feci abbondanti e poco formate, liquide o semiliquide più volte al giorno. Anche se il numero delle scariche giornaliere varia sensibilmente da persona a persona, per poter parlare di diarrea, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità devono esserci almeno tre evacuazioni di feci liquide nell’arco di 24 ore.
In genere, la diarrea del viaggiatore è acuta, cioè compare all’improvviso con crampi addominali, talvolta vomito, e febbre, e passa in 2-3 giorni. Nei casi più gravi, però, la diarrea può protrarsi fino a 7-10 giorni. In questi casi, la diarrea non è solo un disturbo passeggero durante la vacanza, ma deve essere trattata adeguatamente per evitare anche le complicanze più gravi della disidratazione.
Cosa provoca la diarrea del viaggiatore?
Spesso la causa principale della diarrea del viaggiatore è un’infezione da virus, batteri o parassiti, ma non di rado anche alterazioni climatiche, sbalzi di temperatura da ambienti con aria condizionata molto freddi e ambienti esterni molto caldi, stress da viaggio, cambiamenti nelle abitudini alimentari. In particolare, possono essere più a rischio di contrarre la diarrea del viaggiatore le persone che già soffrono di disturbi intestinali.
Come evitarla e quali sono i rimedi?
La prevenzione della diarrea del viaggiatore passa attraverso l’attenzione per l’igiene delle mani, del consumo di acqua e della preparazione dei cibi. Infatti, i principali veicoli di infezione che possono portare alla diarrea del viaggiatore sono proprio l’acqua usata per bere, per lavare la frutta e la verdura cruda, per il ghiaccio contenuto nelle bevande, per lavarsi i denti e i cibi crudi o poco cotti, in particolare in alcuni Paesi più a rischio: dunque il modo migliore per prevenire la diarrea del viaggiatore è adottare attente pratiche igienico-sanitarie e scegliere con attenzione acqua e cibo.
Gli alimenti non sicuri includono insalate, frutta non sbucciata, carne e frutti di mare crudi o poco cotti, latticini non pastorizzati, l’acqua del rubinetto, il ghiaccio se non si è sicuri che sia prodotto con acqua sterilizzata. L’acqua in bottiglia è probabilmente sicura, ma assicurarsi che il tappo e il sigillo non siano aperti o danneggiati. Maggior attenzione anche a street food, è sconsigliato mangiare cibo proveniente dalle bancarelle di cibo di strada.
In caso di viaggi in località a rischio è consigliabile rivolgersi all’Asl di riferimento per valutare eventuale vaccinazione.
Quali sono le cure consigliate?
Tenendo presente che la diarrea è una risposta, un atteggiamento di difesa dell’organismo in quanto favorisce l’eliminazione di microrganismi nocivi e tossine, per prima cosa è importante mantenere l’idratazione bevendo molto, anche a piccoli sorsi, per reintegrare i liquidi e i sali minerali ed evitare alimenti con le fibre (verdure e frutta, anche in spremuta) che possono accelerare la motilità intestinale.
In viaggio può essere utile avere con sé farmaci che riducono la motilità, quindi numero di scariche, come Loperamide, Antibiotici intestinali come Rifamixina, probiotici.
Se la sintomatologia perdura è corretto consultare il medico che a sua volta valuterà in base alle condizioni cliniche che trattamento consigliare.
Invece è bene recarsi in una struttura sanitaria se c’è un peggioramento dei sintomi come sangue nelle feci, febbre e dolori addominali.