“L’ecoendoscopia”, spiega il dottor Mohammad Ayoubi, responsabile di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva, “permette di studiare le patologie dell’apparato digerente, delle vie biliari e del pancreas”.
«L’ecoendoscopia è una metodica che ci permette di andare oltre i limiti dell’ecografia tradizionale fino a raggiungere una maggiore capacità di risoluzione nello studio delle patologie dell’apparato digerente, delle vie biliari e del pancreas». Il dottor Mohammad Ayoubi, responsabile di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva, introduce con queste parole il nuovo esame disponibile per i pazienti di Humanitas Gradenigo: «Al tradizionale aspetto diagnostico, l’odierna ecoendoscopia aggiunge oggi una parte interventistica che consente di eseguire anche le agobiopsie delle lesioni pancreatiche e linfonodali».
Dottor Ayoubi, in che cosa consiste l’esame di ecoendoscopia?
«Si tratta di una metodica in grado di compiere un’esplorazione ecografica delle pareti dei visceri e delle regioni circostanti. Esattamente come accade con una normale gastroscopia, la procedura di ecoendoscopia permette a una piccola sonda a ultrasuoni posta sulla punta dell’endoscopio di passare dal cavo orale e di studiare le pareti dei vari organi evidenziando le eventuali lesioni, benigne o maligne, di esofago, stomaco e duodeno».
Quali sono le possibilità offerte da questo tipo di procedura?
«L’ecoendoscopia permette la stadiazione dei tumori maligni del tubo digerente e degli organi circostanti. Consente inoltre la localizzazione nonché la visualizzazione di lesioni benigne della parete esofagea, gastrica, duodenale, rettale, del pancreas o delle vie biliari. Inoltre, l’ecoendoscopio può anche essere utilizzato per risolvere eventuali dubbi diagnostici a carico di strutture adiacenti al tubo digerente».
Come si svolge l’esame di ecoendoscopia?
«Come un tradizionale esame endoscopico: il paziente viene sedato e sottoposto a una procedura che può durare dai dieci ai trenta minuti, a seconda dell’organo da esplorare e dalla finalità di partenza dell’esame. Al termine, il paziente viene tenuto sotto osservazione fino al momento del risveglio completo dalla sedazione che può essere cosciente o profonda, a seconda delle caratteristiche del paziente».
L’ecoendoscopia un esame fastidioso?
«Anche in questo caso lo si può paragonare a qualsiasi altra indagine endoscopica, il fastidio può risultare superiore proprio in virtù della maggiore durata della procedura ed è questa una delle ragioni che suggeriscono la sedazione del paziente».
Come ci si prepara all’esame di ecoendoscopia?
«Dipende dalla sede di indagine del tratto digestivo: per quello superiore è necessario un digiuno di almeno sei ore, mentre per quello inferiore è opportuno un digiuno di almeno tre ore accompagnato da un’adeguata preparazione dell’intestino».
Che cosa rappresenta per i pazienti della Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva di Humanitas Gradenigo l’adozione di questa nuova metodica?
«Ricordato come molte patologie affrontate negli anni scorsi in modo chirurgico vengano oggi trattate in endoscopia, il nuovo esame ci permette di lavorare ancora più in sicurezza e di confermare Humanitas Gradenigo come una delle poche strutture in grado di eseguire sul territorio determinate procedure complesse. Una di queste è l’ERCP (colangio-pancreatografia endoscopica retrograda), un esame che in determinati casi può fare seguito all’ecoendoscopia nel corso della stessa seduta».