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Ernia inguinale, recupero più veloce con la tecnica laparoscopica

Nessun taglio chirurgico ma un intervento mininvasivo che permette di tornare alla piena attività lavorativa e sportiva dopo appena quattro settimane. La stessa tecnica può essere utilizzata anche per le ernie bilaterali, in caso di recidive o su pazienti anziani.

 

L’incidenza globale dell’ernia inguinale nella popolazione si aggira intono al 4/5 per cento, con valori che raddoppiano se si prende in considerazione il solo genere maschile. L’incidenza della patologia erniaria aumenta progressivamente con l’età, con un rilevante impatto sulla capacità lavorativa del malato e, conseguentemente, sui costi sociali che ne derivano. La riparazione di ernia inguinale rappresenta l’intervento chirurgico più frequentemente eseguito nelle sale operatorie di tutto il mondo: nonostante la diffusione della patologia, sono pochissimi i centri in Italia a trattarla con la metodica mini-invasiva, tra questi figura l’Ospedale Humanitas Gradenigo.

Uno studio recente ha rilevato che il 42 per cento dei fallimenti della chirurgia open tradizionale è dovuto a difetti persistenti non riparati adeguatamente. in aggiunta, nel 9 per cento dei casi, ci si trova in presenza di ernie crurali inizialmente misconosciute. L’approccio laparoscopico riesce a esplorare nella sua interezza l’orifizio miopettineo di Fruchaud (ovvero tutta l’area anatomica dove possono verificarsi le ernie sia inguinali sia crurali), individuando con sicurezza anche minimi difetti di parete, permettendo una riparazione completa e definitiva.

È un intervento risolutivo che può essere eseguito con la classica tecnica chirurgica aperta o, come avviene in Humanitas Gradenigo, attraverso la tecnica laparoscopica introdotta in Ospedale dal dottor Claudio Filippa e dalla dottoressa Maria Paola Bellomo, responsabile dell’équipe di Chirurgia oncologica mininvasiva. Si tratta di chirurgia altamente mininvasiva che non prevede tagli se non la semplice apertura di tre forellini. Questa tecnica permette un recupero più rapido delle attività quotidiane e un ritorno più celere all’attività sportiva: in genere, sette giorni dopo l’intervento, il paziente può già riprendere a guidare l’auto e svolgere un’attività lavorativa a bassa intensità, mentre circa tre o quattro settimane più tardi avrà un recupero completo della quotidianità. Per tutti questi motivi, le ultime linee guida internazionali, raccomandano l’adozione della tecnica videolaparoscopica nella riparazione dell’ernia inguinale monolaterale primitiva, la varietà di ernia predominante.

L’intervento con l’approccio mininvasivo dura poco più di mezzora e viene eseguito in anestesia generale. In alcuni casi selezionati, quando cioè il paziente è giovane, in eccellenti condizioni di salute e non ansioso, può essere utilizzata l’anestesia spinale che consente di tornare a casa il giorno stesso dell’intervento. La chirurgia laparoscopica può essere utilizzata anche per le altre ernie della parete addominale anteriore e applicata senza problemi anche sul paziente anziano. In ogni caso, garantisce un ritorno più rapido alle attività quotidiane e una riduzione del dolore post operatorio. È una tecnica fortemente raccomandata anche in presenza di una recidiva di ernia già operata per via anteriore o al cospetto di ernie bilaterali: nel primo caso l’intervento non sarebbe più possibile con la chirurgia aperta per via del rischio di lesionare i vasi e produrre l’ischemia del testicolo, nel secondo caso le due ernie verrebbero trattate in contemporanea attraverso i soliti tre forellini anziché ricorrere a due tagli decisamente più invasivi.