La cardiologia interventistica ha compiuto passi importantissimi negli ultimi anni, rivoluzionando l’approccio e le possibilità di intervento nel caso di malattie cardiovascolari, che rappresentano la prima causa di morte della popolazione occidentale.
Ne ha parlato il dottor Francesco Milone, direttore della Cardiologia in Humanitas Gradenigo ospite in studio a Filo diretto su 7 Gold Telecity Torino.
“Oggi si muore molto meno di infarto rispetto al passato, grazie alle cure e grazie anche all’angioplastica, che rappresenta il modo più efficace per trattare l’infarto, soprattutto se tempestiva”.
Le novità in cardiologia interventistica
“La cardiologia interventistica è nata all’inizio degli anni Ottanta e negli anni è progressivamente migliorata, le tecniche sono diventate estremamente sofisticate e i materiali di cui disponiamo sono eccezionali e consentono cose che dieci anni fa erano impensabili.
Gli stent odierni poi non solo tengono aperta l’arteria, ma grazie al farmaco di cui sono ricoperti impediscono che si possa riformare la placca all’interno dell’arteria a distanza di tempo, cosa che succedeva con i vecchi stent.
Riusciamo così a trattare con grande successo e bassi rischi il 90-95% delle patologie arteriose del cuore, si pensi che il bypass viene ormai riservato a un piccolo gruppo di pazienti”, spiega il dottor Milone.
Il trattamento delle valvole
“La cardiologia interventistica si sta orientando anche verso il trattamento delle valvole. Fino a cinque anni fa non era immaginabile che senza aprire il torace si potesse sostituire una valvola cardiaca. Oggi invece riusciamo a farlo, per esempio nel caso della stenosi aortica, una malattia tipica dell’anziano, soprattutto dopo i settant’anni. Intervenire a cuore aperto su un paziente di 85 anni comporta un rischio molto alto, oggi facciamo questo intervento passando dalla gamba e impiantando una valvola nuova all’interno della vecchia. Per farlo, effettuiamo una sedazione profonda e l’intervento si avvale di un controllo ecotransesofageo: si introduce cioè un ecografo all’interno dell’esofago per vedere il cuore e posizionare bene la valvola. È un passo avanti enorme e questa tecnica verrà utilizzata in futuro anche in pazienti più giovani”.