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Infortuni alla mano, chi fa sport rischia di più

Abituate a spingersi oltre i limiti di intensità, frequenza e ripetitività dei gesti, le mani degli atleti possono incappare con maggiori frequenza in lesioni traumatiche o “overuse”: «Prevenzione, diagnosi e cura devono essere sempre legate a specialisti della mano», spiega il dottor Giorgio Pivato, responsabile del Centro di Chirurgia della mano di Humanitas Torino.

 

Ossa, legamenti, tendini e articolazioni che permettono alle nostre mani e ai nostri polsi di svolgere la loro funzione sono talmente numerosi che la possibilità di un evento traumatico durante il loro impiego è assai alta. Una possibilità ancora più elevata negli atleti, chiamati a portare oltre il limite intensità, frequenza e ripetitività dei gesti. Tuttavia, se affrontati correttamente, la maggior parte degli infortuni possono guarire in tempi brevi e senza postumi invalidanti: «Fondamentale è però imboccare da subito la strada giusta, evitando di rivolgersi al più vicino pronto soccorso generico ma puntando sulle strutture dedicate alla chirurgia della mano che hanno una competenza specifica sulla traumatologia sportiva», afferma il dottor Giorgio Pivato, responsabile del Centro di Chirurgia della mano di Humanitas Torino.

La posta in gioco è alta: c’è il rischio di dover sospendere l’attività sportiva amatoriale o, addirittura, interrompere la stagione professionistica. «Ecco perché la diagnosi deve essere quanto mai precoce e il più accurata possibile, eseguita con la collaborazione di specialisti radiologi esperti nella diagnosi delle patologie della mano», aggiunge il dottor Pivato. L’atleta ha necessità di recuperare in fretta: oltre a uno staff chirurgico specializzato deve perciò poter contare su una serie di figure professionali dedicate al mondo della mano, a partire dai terapisti che si occupano del protocollo riabilitativo, sia conservativo (ovvero non chirurgico) sia successivo a un intervento chirurgico.

Dottor Pivato, quali sono i traumi più comuni a carico delle mani durante la pratica sportiva?

«I traumi possono essere classificati in due categorie principali: lesioni traumatiche e lesioni legate a un uso eccessivo, il cosiddetto “overuse”. Le lesioni di tipo traumatico sono più frequenti negli atleti che praticano sport di contatto (calcio, basket, hockey, sport da combattimento), mentre le lesioni da overuse coinvolgono prevalentemente atleti che praticano sport che richiedono la pratica intensa e ripetitiva di un particolare movimento (baseball, tennis o golf).

Quali sono le lesioni alle mani nelle quali incappano con maggiore frequenza gli atleti?

«Alcune delle lesioni traumatiche più comuni sono le lussazioni articolari, le distorsioni, gli stiramenti muscolari, le fratture e le lesioni tendinee e legamentose. Le fratture più comuni colpiscono le dita proprio per la loro estrema mobilità e nel contempo fragilità che le contraddistingue. Le patologie da stress comprendono infiammazioni tendinee, compressioni nervose e fratture da stress. Queste lesioni causano più raramente gravi disabilità, ma se non trattate in maniera adeguata possono compromettere la performance dell’atleta in maniera importante e per lunghi periodi».

Cosa fare in caso di un trauma alla mano o al polso?

«Se si verifica un infortunio alle mani o al polso durante la pratica sportiva, nel caso in cui non sia presente il medico sportivo, è assolutamente necessario rivolgersi a un pronto soccorso attrezzato con un Servizio di chirurgia della mano. Questo è tanto più importante e urgente se è presente uno dei seguenti sintomi: dolore intenso, gonfiore importante, intorpidimento delle dita, ipotermia o deficit di vascolarizzazione, viziata rotazione del dito, sanguinamento importante o che non si arresta nel giro di pochi minuti».

A volte i problemi possono invece essere di natura infiammatoria. Come bisogna comportarsi?

«Se uno sportivo comincia ad avvertire i sintomi di una condizione di affaticamento o di infiammazione è importante che si fermi e metta in atto tutti quei rimedi atti a risolvere i sintomi precocemente. In queste fasi diventano fondamentali il riposo, il ghiaccio, l’impiego di farmaci anti-infiammatori e il mantenimento in scarico del segmento colpito dal processo infiammatorio. Se i sintomi persistono per più di due settimane, è assolutamente consigliato rivolgersi a uno specialista della mano per ottenere una corretta diagnosi ed eventualmente intraprendere da subito il miglior percorso terapeutico».

Quali opzioni di trattamento sono disponibili per gli infortuni alle mani e al polso?

«Il tipo di trattamento dipende da molti fattori: la sede di lesione, il tipo, il tempo di insorgenza, la gravità e le esigenze del singolo atleta. Alcune condizioni richiedono necessariamente l’impiego della chirurgia, in altri casi un corretto protocollo conservativo può risolvere il problema, in altri ancora la decisione viene presa insieme al paziente, discutendo a fondo con lui i vantaggi e gli svantaggi di un approccio nei confronti di un altro».

Si possono prevenire i traumi alla mano?

«Indossare protezioni idonee all’attività che si sta svolgendo e praticare un corretto riscaldamento prima di cominciare l’esercizio sono solo un paio di modi per prevenire lesioni traumatiche alla mano o al polso. Sicuramente il “taping” o, come si dice oggi in gergo, il “nastramento delle dita” riveste un ruolo fondamentale nella prevenzione delle lussazioni e delle distorsioni delle piccole articolazioni delle dita, soprattutto durante la pratica di sport come il basket, la pallavolo e la pallamano. Per quanto riguarda invece la prevenzione delle condizioni patologiche da stress, è assolutamente fondamentale rispettare la fatica prendendosi le corrette pause, utilizzare posture corrette, impiegare la tecnica più indicata e utilizzare presidi di protezione quando disponibili».