La Dermochirurgia oncologica di Humanitas Gradenigo è la prima in Italia ad adottare un nuovo sistema che analizza ad alta risoluzione i nei garantendo l’assoluta confrontabilità delle immagini e rende più semplice osservare lo sviluppo della lesione. Il Piemonte e Torino continuano a vantare il triste primato per incidenza di casi.
Contro il melanoma c’è nuovo videodermatoscopio in grado di favorire diagnosi e follow up ancora più precisi e approfonditi: la Dermochirurgia oncologica di Humanitas Gradenigo è il primo Ospedale in Italia a dotarsi del sistema “Heine Cube” che permette allo specialista di acquisire con grande facilità le immagini desiderate e di confrontarle in modo perfetto con quelle già esistenti in archivio. «La dermoscopia rappresenta un efficace esame non invasivo rivolto alla diagnosi precoce del melanoma – spiega la dottoressa Alessandra Farnetti, responsabile della Dermochirurgia oncologica di Humanitas Gradenigo -. Il nuovo dispositivo ci mette a disposizione ulteriore qualità in termini di prevenzione e cura di una patologia sempre più diffusa, in particolare nella nostra regione».
Introdotto grazie al fondamentale contributo dell’Ingegneria clinica dell’Ospedale, il nuovo sistema garantisce l’acquisizione di immagini digitali ad alta risoluzione con ingrandimenti possibili fino a 40 volte e rende possibile impostare il profilo delle immagini pregresse su quelle “live” dell’acquisizione in corso: in questo modo viene garantita l’assoluta confrontabilità delle immagini e si può ottenere già una prima impressione sullo sviluppo della lesione. Prima di essere adottato dagli specialisti di Humanitas Gradenigo, Heine Cube ha inoltre registrato tutte le oltre 70mila immagini presenti nell’archivio della Dermochirurgia oncologica dell’Ospedale e le ha messe a disposizione per il confronto con quelle nuove. «Attraverso un dispositivo simile a uno smartphone – continua la dottoressa Farnetti – lo specialista può osservare le lesioni nel dettaglio e decidere quale acquisire per poi inviarle sulla scheda personale del paziente e comporre la mappa dove, di volta in volta, potrà valutare l’evoluzione della lesione sovrapponendo la nuova immagine a quella già presente in archivio».
Uno dei maggiori punti di forza del nuovo sistema risiede nella possibilità di essere usato in contemporanea da diversi specialisti: «In presenza di un neo sospetto e in qualunque ambulatorio si trovi – aggiunge la dottoressa Farnetti -, lo specialista può eseguire la dermoscopia evitando così al paziente ulteriori passaggi in Ospedale». Altro grande vantaggio è quello che Heine Cube offre agli istopatologi: «La visione in vivo della lesione può aiutare a formulare una più accurata diagnosi istologica da parte del Laboratorio», precisa la dottoressa Farnetti.
In materia di melanomi, il Piemonte esibisce peraltro il poco invidiabile primato di regione italiana con la maggiore incidenza di casi e, in particolare, Torino è la città che in un anno ne registra di più. «I fattori di rischio possono essere molteplici – osserva la dottoressa Farnetti – e cominciano con il fototipo della persona, vale a dire la reazione che la sua pelle presenta all’esposizione dei raggi ultravioletti e il tipo di abbronzatura che può ottenere. Ma anche le scottature solari, soprattutto se patite nell’infanzia, possono rappresentare un rischio. Idem la presenza di un cospicuo numero di nei, la compromissione del sistema immunitario o, infine, la familiarità col melanoma che incide in circa il 10 per cento dei casi». I numeri dell’AIRTUM (Associazione italiana registri tumori) stimano il melanoma in circa 13 casi ogni 100mila persone e dicono di 3.150 nuovi casi ogni anno tra gli uomini e 2.850 tra le donne: rappresenta oggi il terzo tumore più frequente tra chi ha meno di 49 anni, mentre oltre il 50 per cento delle diagnosi di melanoma viene formulato su pazienti che hanno meno di 60 anni.
L’innovativo sistema di acquisizione e gestione di immagini dermatologiche e dermoscopiche Heine Cube va peraltro a inserirsi nel solco della solida tradizione dermochirurgica di Humanitas Gradenigo, nata nel 2001 grazie all’attività del professor Luigi Santoro e proseguita in tutti questi anni con la riconosciuta professionalità degli specialisti dell’Ospedale che, tra le altre cose, ha favorito l’importante collaborazione in corso con l’APCT (Associazione per la prevenzione cura e tumori) in tema di prevenzione sul territorio dei tumori cutanei.