Quando si parla di menopausa, si pensa automaticamente alle donne, ma esiste un corrispettivo maschile?
L’andropausa, spesso indicata come “menopausa maschile”, si riferisce ai cambiamenti psicofisici legati alla diminuzione del testosterone.
Sebbene il termine sia utilizzato comunemente, il concetto di andropausa è in parte un mito, poiché a differenza della menopausa femminile, che segna un momento preciso della vita in cui la produzione di ormoni sessuali cessa del tutto, nell’uomo non esiste un’interruzione netta nella produzione di testosterone.
Il professor Fabio Lanfranco, direttore di Endocrinologia, Andrologia e metabolismo in Humanitas Gradenigo, in un’intervista per il magazine Ok Salute e Benessere spiega come i cambiamenti ormonali possano avere un impatto sulla salute.
Cosa è l’andropausa?
L’andropausa è un processo che inizia generalmente intorno ai 50 anni, con una riduzione del testosterone che si intensifica progressivamente, specialmente dopo i 65.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, il testosterone inizia a calare già dai 30 anni, con una riduzione media annua tra l’1% e il 2%.
Tuttavia, i sintomi e la velocità di questo processo variano notevolmente da individuo a individuo, influenzati da fattori come lo stile di vita, la salute generale e la presenza di condizioni come obesità, diabete e malattie dell’ipofisi.
Il termine medico corretto per definire questo fenomeno è “ipogonadismo maschile a insorgenza tardiva“, questo indica una ridotta attività delle gonadi, ma non una cessazione completa della produzione di ormoni sessuali.
Nella maggior parte degli uomini, i livelli di testosterone rimangono normali anche in età avanzata, sebbene siano inferiori rispetto ai livelli giovanili.
La riduzione del testosterone ha effetti significativi sul fisico e sull’umore, tra i sintomi più comuni legati all’andropausa ci sono: la diminuzione del desiderio sessuale, la difficoltà di erezione, i cambiamenti nel sistema di eiaculazione, l’ingrossamento della prostata, responsabile di problemi urinari come un flusso debole o la necessità di urinare frequentemente.
Inoltre, la forza muscolare tende a diminuire a causa della riduzione della massa magra, per questo alcuni uomini sviluppano una forma fisica ginoide, con un accumulo di grasso nella parte inferiore del corpo.
A livello psicologico, l’andropausa può portare a un abbassamento del tono dell’umore, maggiore instabilità emotiva e un senso di vergogna.
Esistono terapie per contrastare gli effetti dell’andropausa?
La terapia sostitutiva con testosterone è uno degli approcci più discussi per trattare i sintomi dell’andropausa.
Se dai risultati degli esami del sangue emerge una carenza significativa di testosterone, la somministrazione di testosterone sintetico può contrastare efficacemente i sintomi come: il calo del desiderio sessuale, la disfunzione erettile e la perdita di massa muscolare.
Inoltre,è importante sottolineare che il trattamento ormonale, se adeguatamente monitorato, non favorisce lo sviluppo di tumori alla prostata.
Un’altra opzione per trattare la disfunzione erettile è rappresentata dai cerotti transdermici a base di alprostadil, una prostaglandina che migliora l’afflusso di sangue ai genitali.
È importante ricordare che la terapia ormonale va personalizzata e deve essere prescritta da uno specialista, con un monitoraggio annuale per valutare l’efficacia e gli eventuali effetti collaterali.
Per quanto riguarda gli integratori a base di testosterone, possono avere un ruolo limitato nel migliorarne la produzione e nei casi di reale ipogonadismo non hanno alcun effetto benefico.
Mantenere un corretto stile di vita è fondamentale per ridurre l’impatto dell’andropausa, infatti, un’alimentazione equilibrata e una regolare attività fisica, aiutano a contrastare le alterazioni metaboliche, cardiovascolari e ossee.
Anche l’attività sessuale è consigliata in quanto stimola la produzione di testosterone.
Sebbene non esistano alimenti che aumentino direttamente i livelli di testosterone, un corretto stile di vita può aiutare a mantenere l’equilibrio ormonale.
Inoltre, è consigliato sottoporsi a visite specialistiche di controllo annuali, specialmente a partire dai 50 anni, per individuare precocemente eventuali disfunzioni.
In conclusione, parlare di menopausa maschile non è del tutto accurato. Sebbene l’andropausa non rappresenti una cessazione totale della fertilità e della produzione ormonale come nella menopausa femminile, i cambiamenti ormonali legati al declino del testosterone sono reali e possono avere un impatto significativo sulla qualità della vita. Affrontare questi cambiamenti con consapevolezza, monitorare la salute e considerare terapie adeguate, quando necessario, può aiutare a mantenere il benessere fisico e mentale anche in età avanzata.