All’evento dell’Associazione Nazionale Infermieri di Area Critica, l’ospedale si è aggiudicato il premio per il progetto di implementazione dell’infermiere di processo in Pronto Soccorso.
La figura dell’infermiere di processo in Pronto soccorso, introdotta da circa un anno in ospedale, ha portato i primi importanti risultati in termini di riduzione del tempo di attesa e del tempo di permanenza dei pazienti con traumi non complicati a medio-bassa complessità assistenziale.
L’infermiere di processo attiva immediatamente dopo il triage il percorso del paziente con trauma non complicato sulla base di protocolli e scale di valutazione internazionali, correlate a segni e sintomi e, se necessario, invia il paziente in radiologia per l’approfondimento necessario.
Successivamente l’infermiere visiona i referti e concorda con il medico il percorso diagnostico-terapeutico avviando, nel minor tempo possibile, le eventuali terapie, approfondimenti da parte dello specialista ortopedico o la dimissione.
Questa importante novità è stata premiata al 42° Congresso nazionale ANIARTI (Associazione Nazionale Infermieri di Area Critica), dove gli infermieri di Pronto soccorso Jacopo Maria Olagnero e Andrea Silvestro (nella foto) hanno presentato il progetto dal titolo “L’implementazione dell’infermiere di processo in Pronto Soccorso: l’esperienza dell’ospedale Gradenigo di Torino tra formazione e impatto clinico”.
Per realizzare questo progetto, è stato strutturato un percorso formativo di ampio respiro tutt’ora in corso. Il primo corso ha riguardato la gestione dei traumi non complicati (eventi a natura ortopedica-traumatologica che non compromettano, o mettano a rischio di imminente compromissione, le funzioni vitali). La successiva sessione si è concentrata sugli aspetti relativi all’appropriatezza clinica nella richiesta di radiografie e TAC, e sulle modalità di bendaggio per i traumi privi di fratture. L’ultima parte del corso ha visto infine una formazione sul campo, durante la quale ciascun partecipante ha seguito, con la supervisione di un tutor, almeno 50 percorsi di “trauma non complicato” in cui utilizzava i criteri condivisi e, laddove appropriato, inviava il paziente al Servizio di Radiologia.
Successivamente, al termine di questo primo percorso formativo-organizzativo, è stata introdotta in via sperimentale la possibilità di attivare al termine del triage dei percorsi diagnostico-assistenziali per alcune tipologie di patologie, al fine di rendere disponibili gli esami ematici e strumentali anticipatamente rispetto alla visita medica.
Visti gli importanti risultati a beneficio dei pazienti, il progetto prevede ulteriori percorsi formativi specifici per poter ampliare la risposta alla complessità assistenziale da parte dell’infermiere di processo per una tempestiva presa in carico dei pazienti che accedono in Pronto Soccorso.