Si stima che circa un terzo della popolazione mondiale soffra di reflusso gastroesofageo, sebbene i numeri potrebbero essere anche superiori. Infatti, i sintomi del reflusso non sempre sono quelli tipici, come il bruciore di stomaco, e per questo motivo capita che le persone non ricorrano alle cure adeguate al disturbo.
Approfondiamo l’argomento con il dottor Mohammad Ayoubi, responsabile di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva di Humanitas Gradenigo.
In quali casi si può parlare di reflusso gastroesofageo?
Il reflusso gastroesofageo può essere una condizione normale che accade dopo aver mangiato, specie se il pasto è abbondante, caratterizzata da bruciore allo stomaco e rigurgito acido in bocca, ma può diventare anche una malattia se il contatto dei succhi gastrici che risalgono dallo stomaco ed entrano in contatto con la parete dell’esofago avviene ripetutamente, anche in momenti in cui non dovrebbe accadere. In questo caso, si parla di malattia da reflusso gastroesofageo.
Tra le cause più frequenti di reflusso si riscontrano le alterazioni anatomiche e funzionali dello sfintere esofageo inferiore chiamato anche cardias: si tratta di una valvola che ha il ruolo di barriera pressoria che permette il passaggio del bolo alimentare dall’esofago allo stomaco, ma non la sua risalita. Anche un aumento della pressione a livello dell’addome, come nelle persone in sovrappeso, negli obesi o nelle donne in gravidanza, e fattori ormonali oltre alla presenza di un’ernia iatale, possono essere causa di reflusso gastroesofageo.
Oltre al succo gastrico acido, altri fattori che possono intensificare la percezione dei sintomi sono l’alimentazione, il cambio di stagione e anche l’umore e gli stati di stress.
Quali i sintomi oltre a bruciore di stomaco e acidità?
I sintomi che ci si aspetterebbe in caso di reflusso gastroesofageo sono il bruciore allo stomaco, la risalita di cibo predigerito verso la bocca e l’acidità. In realtà, il reflusso può presentarsi con un’ampia gamma di sintomi atipici, talvolta presenti in modo continuativo, quali dolore retrosternale (dietro allo sterno), tosse, mal di gola, abbassamento repentino della voce, sensazione di nodo in gola, difficoltà a deglutire, difficoltà a digerire, singhiozzo, otite media, nausea.
Inoltre se il reflusso accade ogni giorno, più volte al giorno, e non viene curato adeguatamente, può determinare l’infiammazione della parete esofagea, quindi dare origine ad esofagite, esofago di Barrett ed infine sanguinamento e restringimento della parete esofagea.
Quali sono i consigli per curare il reflusso gastroesofageo?
In caso di sintomi da reflusso gastroesofageo è sempre bene rivolgersi al proprio medico per valutare l’opportunità di approfondimento (gastroscopia, Ph Impedenziometria, manometria esofagea) e di visita specialistica con il gastroenterologo. Una volta definita la diagnosi, la terapia deve essere mirata ad ottenere la scomparsa dei sintomi, di eventuali lesioni, se presenti, il prevenire le complicazioni e ripristinare la qualità di vita del paziente.
Dieta per la riduzione del peso, in caso di sovrappeso o obesità, stile di vita attivo e cambiamenti di alcune abitudini, come ad esempio, non sdraiarsi sul divano dopo mangiato, infatti, sono parte della terapia per il reflusso gastroesofageo. Cambiare abitudini per migliorare e alleviare i sintomi del reflusso significa anche evitare il fumo, che aumenta l’infiammazione dell’esofago e acuisce i sintomi del reflusso, l’alcol e alimenti quali il cioccolato, la menta, il caffè, il pomodoro, le spezie e gli agrumi, come anche evitare i succhi di frutta (in particolare quelli industriali) e ridurre i grassi e dolci nella propria alimentazione quotidiana.
Inoltre, in caso di reflusso notturno è consigliato sollevare la testata del letto per evitare il rigurgito, e cercare di dormire sul fianco sinistro perché il tempo di contatto con l’acido gastrico e l’eliminazione dei succhi gastrici sono più brevi rispetto ad assumere la posizione sul fianco destro.
Sotto controllo medico si può poi associare alla dieta e stile di vita gastroprotettori e/o antiacidi locali.