Esistono diversi tipi di rinite e di rinosinusite cronica, e per ciascuno ci sono trattamenti specifici. I sintomi della rinite e della rinosinusite cronica con naso che cola, congestione nasale (naso chiuso), cefalea, dolori facciali e riduzione della capacità di percepire odori e sapori sono spesso associati a allergie, asma, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione, malessere generale e scadimento della qualità di vita. Non si tratta di un semplice raffreddore che non passa, ma di una patologia che richiede una diagnosi e una terapia specifica.
Approfondiamo l’argomento con il dottor Luca Raimondo, Responsabile di Otorinolaringoiatria di Humanitas Gradenigo.
Negli ultimi venti anni è aumentata l’attenzione degli otorinolaringoiatri nei confronti della diagnosi e terapia delle patologie croniche del naso e dei seni paranasali (riniti e rinosinusiti croniche). Secondo i dati riportati dall’Istituto Superiore di Sanità, tra il 10 e il 20 per cento della popolazione europea, a seconda delle regioni e dei periodi dell’anno, soffre di rinite allergica e circa l’11% di rinosinusite cronica con o senza polipi nasali.
L’Ambulatorio di Rinologia permette una presa in carico mirata e multidisciplinare (otorinolaringoiatra, allergologo, pneumologo) di queste patologie infiammatorie croniche in modo tale da massimizzare il controllo dei sintomi nel medio-lungo periodo garantendo così al paziente che ne è affetto una miglior qualità di vita.
A chi rivolgersi in caso di rinite o rinosinusite?
In genere, il perdurare per più di 3 mesi di ostruzione nasale, secrezioni nasali dense, dolore/pressione facciale e riduzione dell’olfatto deve portare il paziente a rivolgersi al proprio medico di famiglia o direttamente all’otorinolaringoiatra che, dopo un primo inquadramento diagnostico ed un primo tentativo terapeutico, possono decidere di indirizzare il paziente all’Ambulatorio di Rinologia.
La somministrazione di questionari volti a comprendere l’impatto della rinosinusite cronica sulla qualità di vita del paziente, alcuni esami del sangue, la videoendoscopia nasale HD con fibra ottica rigida o flessibile, la citologia nasale, la biopsia delle formazioni polipoidi, quando presenti, la TC del massiccio facciale senza mezzo di contrasto, l’olfattometria e il dosaggio dell’Ossido Nitrico Esalato (FeNO) rappresentano gli accertamenti di secondo livello che permettono di dare un nome alla patologia nasosinusale da cui il paziente è affetto: rinite allergica, rinite non allergica eosinofila, mastocitaria, eosinofilo-mastocitaria, neutrofila (NARES, NARMA, NARESMA, NARNE), rinosinusite cronica con o senza polipi ad eziologia eosinofila o non eosinofila.
A questi accertamenti, a seconda dei casi, si possono aggiungere quelli prescritti in corso di visita pneumologica o allergologica.
Quali terapie sono efficaci nelle rinosinusiti?
Il primo approccio alle riniti croniche e alle rinosinusiti croniche deve essere di tipo farmacologico e solitamente prevede, sotto stretto controllo medico, l’impiego prolungato di cortisone topico (spray nasali), di brevi cicli di cortisone orale, l’utilizzo di lavaggi nasali ad alta portata e bassa pressione, di terapie ancillari.
Il fallimento di uno o più cicli di terapia medica apre poi la strada all’intervento chirurgico, finalizzato a migliorare la respirazione nasale e ad aerare i seni paranasali. In Humanitas Gradenigo viene eseguita la chirurgia mininvasiva dei turbinati inferiori (turbinoplastica inferiore mediante radiofrequenze), la chirurgia funzionale endoscopica dei seni paranasali (FESS) associata o meno a settoplastica funzionale.
La rinosinusite cronica con polipi recidivante, dopo chirurgia e terapia medica, e con grave compromissione della qualità di vita dei pazienti, si giova poi della possibilità di prescrivere a questi pazienti gli anticorpi monoclonali (Dupilumab, Mepolizumab e Omalizumab) che sono in grado di “spegnere” l’infiammazione quando questa è sostenuta dalla presenza degli eosinofili. Queste terapie innovative possono essere prescritte solo dopo una meticolosa valutazione dei caratteri clinici (fenotipizzazione) e del tipo di infiammazione (endotipizzazione) del paziente rinologico al fine di garantire l’efficacia del trattamento.