L’ambulatorio di Humanitas Gradenigo se ne occupa con un percorso mirato che coinvolge l’équipe di Cardiologia affidandosi all’esperienza della dottoressa Lusardi: «Dopo i 65 anni di età diventa la prima causa di ricovero in ospedale e, nel mondo occidentale, rappresenta una dei principali motivi di decesso»
Scompenso cardiaco: si verifica quando il cuore non riesce più a garantire il corretto apporto di sangue a tutti gli organi ed è una patologia che spesso interessa pazienti gravi, fragili o anziani, costretti a ripetuti ricoveri in ospedale perché i sintomi continuano a manifestarsi. «Lo scompenso cardiaco rappresenta una delle principali cause di morte nei Paesi del mondo occidentale: riguarda il 2-3 per cento della popolazione e cresce con l’età in modo esponenziale, tanto da raddoppiare la sua incidenza a ogni decade – spiega la dottoressa Paola Lusardi, cardiologa di Humanitas Gradenigo -. Superati i 65 anni di età diventa la prima causa di ricovero in ospedale e spesso la sua prognosi viene paragonata a quella dei tumori maligni».
«Lo scompenso cardiaco risulta in continuo aumento per via dell’invecchiamento della popolazione – conferma il dottor Francesco Milone, responsabile della Cardiologia di Humanitas Gradenigo -. Ma cresce anche per via del miglior trattamento della cardiopatia ischemica e di fattori di rischio quali il diabete o l’ipertensione nonché per il miglioramento della prognosi dei pazienti con scompenso conclamato».
L’ambulatorio per lo scompenso cardiaco di Humanitas Gradenigo lavora a stretto contatto con il Pronto soccorso e il reparto di Medicina interna diretti dal dottor Giorgio Carbone e rappresenta una delle aree di intervento (assieme a ipertensione arteriosa, cardiopatia ischemica, aritmologia, cardiopatie valvolari, cardio-oncologia, e terapia con i nuovi anticoagulanti orali) che lo scorso 16 febbraio hanno richiamato negli ambulatori al secondo piano dell’Ospedale di corso Regina Margherita 8 decine di pazienti visitati gratuitamente dai cardiologi nell’ambito della campagna nazionale “Per il tuo cuore”.
Di scompenso cardiaco, in particolare, la dottoressa Lusardi si occupa dal 1999: «È una patologia che richiede elevate competenze specifiche – aggiunge la cardiologa -. Il nostro ambulatorio opera per ritardare la progressione della cardiopatia e prevenire le riacutizzazioni e i conseguenti ricoveri ospedalieri». Un obiettivo che contempla maggiore qualità e appropriatezza delle cure, appropriatezza dell’utilizzo dei farmaci e accessibilità ai servizi. «Allo stesso modo, garantiamo assistenza specifica al paziente con cardiopatia complessa o con polipatologie e all’anziano fragile, non facendo mancare l’assistenza di tipo palliativo nelle fasi avanzate e terminali della malattia».
L’aderenza del paziente e dei familiari alla terapia farmacologica e non rappresenta un elemento essenziale per prevenire le riacutizzazioni, così come la collaborazione con il medico di Medicina generale. Uno degli obiettivi dell’ambulatorio dello scompenso cardiaco è pertanto l’educazione sanitaria del paziente e dei caregiver e il dialogo con i medici del territorio al fine di ottimizzare i percorsi e le risorse.
Lo scompenso cardiaco viene determinato da diverse cause: «Può trattarsi di una lesione muscolare cardiaca come, ad esempio, un infarto del miocardio – precisa il dottor Milone -, ma anche di un’eccessiva sollecitazione cardiaca per un’ipertensione arteriosa non trattata o di una disfunzione valvolare cronica. Molti pazienti con scompenso presentano anche un’alterazione denominata blocco di branca sinistra (BBS)». È una patologia che, soprattutto nello stadio iniziale, può rivelarsi asintomatica ma che con l’andare del tempo registra una progressione tale da condurre il paziente ad accusare un malessere sempre maggiore e a sottoporsi ai dovuti accertamenti.
Tra i sintomi tipici dello scompenso cardiaco si segnalano: mancanza di fiato dopo uno sforzo e in alcuni casi anche a riposo, edema degli arti inferiori, astenia, difficoltà respiratorie in posizione supina, tosse, addome gonfio o dolente, perdita di appetito, confusione, deterioramento della memoria. La diagnosi si effettua nel corso di una visita cardiologica e con la lettura di alcuni esami specifici: elettrocardiogramma, radiografia del torace, prelievo per dati ematochimici, holter ECG 24 ore, ecocardiogramma, test ergometrico.
«Anche nel caso dello scompenso cardiaco – conclude il dottor Milone – un ruolo fondamentale lo svolge la prevenzione. Dobbiamo sforzarci di adottare stili di vita in grado di aiutare il nostro cuore: corretta alimentazione, moderata attività fisica e smettere di fumare sono tre indicazioni universali che tutti quanti dovrebbero adottare».